Sette anni di fango: lo Stato assolve e si scusa col borgomastro

angelodebiasio.jpgBiassono. Sette anni di processo per aver indossato un cappello mentre garantiva la sicurezza dei suoi cittadini. Angelo De Biasio, due volte sindaco (ma lui preferisce decisamente borgomastro), presidente del Consiglio di Monza e Brianza e, in generale, uno degli amministratori più concreti e stimati della Brianza, ha chiuso ieri una vergognosa pagina della giustizia italiana. Quando deteneva la delega alla sicurezza, infatti, partecipò insieme alla Polizia locale ad una serie di controlli per reprimere il fenomeno della guida in stato di ebbrezza e dell'eccesso di velocità. In quella occasione, in segno di solidarietà con gli agenti, indossò un semplice cappellino con la scritta Polizia locale. Ne nacque una vicenda sconcertante: un brigadiere dei carabinieri (era il 21 giugno del 2008!) lo accusò di usurpazione del titolo di Polizia locale, accusandolo di aver partecipato attivamente all'operazione "Sobri e sicuri". Quello stesso brigadiere (tra l'altro condannato per un'altra vicenda di competenza dell'Antimafia per corruzione, rivelazione di notizie riservate e falso...) raccontò di aver visto all'opera De Biasio passando per ben due volte con la gazzella dei carabinieri, senza però fermarsi. Il processo ha, invece, appurato che il brigadiere si fermò di persona e non contestò nulla all'amministratore. Perché poi decise di gettare fango su De Biasio non è dato sapere. Certo le notizie sulle mazzette fatte girare al carabiniere da un presunto mediatore dell 'ndrnagheta per avere notizie su imprenditori da taglieggiare non hanno certo favorito la posizione del brigadiere al processo. La pubblica accusa non solo ha chiesto la piena assoluzione per De Baisio "per non aver commesso il fatto", ma si è anche scusato per l'inaccettabile lunghezza del procedimento. Il giudice ha accolto la richiesta, ha assolto De Biasio e ha chiesto di procedere contro l'ex carabiniere per falsa testimonianza e calunnia. "Ci son voluti un po' di anni - ha commentato De Biasio su Twitter - ma giustizia è fatta grazie anche al mio bravo avvocato (Maurizio Bono, ndr) e ad un PM correttissimo".