Milano e il lavoro: la rivoluzione del coworking

startup-g8354958f5_1280.jpgMilano è in rapida trasformazione sotto molti punti di vista, dalla mobilità all’abitare, e ciò non si può non riflettere anche sul modo di lavorare in città. Apparentemente potrebbe sembrare che l’insicurezza del momento combinata con l’aumento generalizzato del costo della vita le abbiano fatto perdere appeal: eppure quello che è successo davvero è che grazie ad aziende smaterializzate, remote working, ambienti di lavoro collettivi, spazi di coworking Milano ha dato il LA – almeno in Italia – a un modo completamente nuovo di intendere routine e percorsi lavorativi.

Oggi rispetto a un tempo ci sono decisamente meno fuorisede che si stabiliscono in città nella speranza di fare carriera. La meta preferita sembra essere diventata per loro la provincia: l’hinterland milanese è vivace, economicamente e socialmente parlando, come quasi mai lo era mai stato in passato. Nei centri più piccoli, del resto, la vita ha spesso ritmi – e un tenore – più umani. In città si va da pendolari, per fare ritorno entro sera, sia che ci si rechi in azienda e sia che si frequentino spazi di coworking come quelli di AB Spaces.

Il coworking è il luogo di lavoro ideale per un mondo del lavoro in costante cambiamento

Più di grandi dimissioni e job creep – che comunque avrebbero riguardato a Milano nel 2022 circa un quinto di lavoratori in più rispetto solo all’anno precedente – la vera tendenza del momento sembra essere del resto quella a organizzare la propria carriera, a monte, e, a valle, le proprie giornate lavorative in maniera più fluida,anche e soprattutto per riuscire a conciliare meglio lavoro, vita privata e affetti. Contratti full time e con obbligo di presenza hanno lasciato il posto così a part time, contratti con possibilità di smart working e formule full remote.

In ufficio si va sempre meno e in occasioni sempre più mirate (riunioni di team, incontri con la dirigenza o con i clienti, eccetera) mentre si trasformano in ambienti di lavoro i luoghi più disparati: dalla camera da letto, com’è stato a lungo durante i primi lockdown di marzo 2020, a bar e caffetterie.

Gli spazi di coworking – Milano da sola ne conterebbe oltre 150 – hanno trovato terreno florido in questo panorama. Sono più silenziosi rispetto alla cucina di casa e di certo meglio equipaggiati, grazie a una dotazione minima che comprende scrivania e poltrona da lavoro ma che quasi sempre si allarga anche a stampanti, fax e altri macchinari professionali da poter utilizzare in condivisione. Quasi sempre vicini a metro o fermate dei mezzi cittadini sono facili da raggiungere, spesso in un tempo minore rispetto a quello necessario per raggiungere sedi aziendali dislocate in periferia. Caratteristiche come l’ultima li rendono perfetti, per altro, non solo per chi vuole risparmiare tempo ogni giorno ma anche e soprattutto quando serve incontrare clienti, fornitori, collaboratori che vengono da fuori. Molti degli spazi di coworking hanno, non a caso, spazi che le aziende possono adibire a sale riunioni o a uffici temporanei tutte le volte in cui hanno bisogno di una valida alternativa alla propria sede. Anche gli ambienti lavorativi si stanno facendo più ibridi, insomma, e nel lungo periodo ciò non potrà che cambiare radicalmente il modo in cui si pensa a valle all’organizzazione del lavoro.