25 anni fa nascevano le Torri Bianche, che dovevano essere orizzontali

torri2.jpgVimercate. Oggi sono uno dei simboli della città e della Brianza. Venticinque anni fa, nel 1990, quando le Torri Bianche iniziarono a prendere forma, erano una scommessa, una visione, il sogno di un operaio di Omate, cresciuto alla Magneti Marelli di Sesto, e poi capace di trasformare il diploma di geometra in un gruppo che oggi conta più di 300 dipendenti: Valentino Giambelli. In via Trento 64, nel quartier generale della Giambelli Spa, oggi il timone lo ha saldamente in mano il figlio del patron, Michele Giambelli. E' lui a ripercorrere insieme a noi la storia di questo futuristico progetto, pensato a metà degli anni Ottanta, battezzato nel 1990  con la cantierizzazione dell'area e poi inAaugurato con le prime torri nel 1993. E non mancano aneddoti assolutamente inediti. 
"Pochi sanno che le torri, in origine, sarebbero dovute essere due stecche orizzontali - rivela per la prima volta Michele Giambelli - L'architetto aveva deciso di sviluppare in questo modo le volumetrie a disposizione. Mio padre, invece, lo convinse a optare per una soluzione verticale, in modo da liberare spazi e avere più verde a disposizione. Fiori e piante sono da sempre la sua passione e curò in prima persona anche le singole aiuole, tanto da essere scambiato una volta per un giardiniere da una persona che cercava informazioni per affittare dei locali".
Studiate ancora oggi da gruppi di studenti del Politecnico di Milano e di altre università italiane come modello assolutamente unico di grattacielo, le Torri Bianche assorbirono completamente tutti gli sforzi progettuali, architettonici e ingegneristici dell'impresa Giambelli, che con quel quartiere firmò la sua definitiva consacrazione (oggi vanta addirittura una delle suite più grandi tra gli alberghi di Milano, con la lussuosa camera da 520 metri quadrati di Palazzo Parigi, recentemente scelta per una intervista da una pop-star di caratura mondiale). Sistemi di sospensione, travi prefabbricate in calcestruzzo da 35 metri, l'uso del badge agli ingressi, l'utilizzo di fan coil, una moderna centrale di controllo erano elementi assolutamente innovativi nel 1990. Il progetto subì alcune metamorfosi in corso d'opera: il cinema doveva accompagnarsi a un'area dedicata allo sport, mentre il commerciale doveva svilupparsi in un lotto separato. "Accorpare cinema e commerciale è stata  la fortuna di questo modello, ancora oggi apprezzato e non colpito dalla crisi, con un ricambio fisiologico nella tipologia di negozi - prosegue il presidente Michele Giambelli - Ricordo ancora le telefonate in California per chiudere l'accordo con la Warner, che cercava una sede a Milano. E dall'altra parte del cavo mio padre che, facendosi tradurre, spiegava con orgoglio le potenzialità e la centralità di Vimercate: ancora oggi il  nostro multisala è riconosciuto come una delle strutture meglio riuscite dal punto di vista funzionale. Ma allora dalla Warner insistevano... What is Vimercate?!". Il cinema, non senza traversie, venne inaugurato nel 2001, cinque anni prima, nel 1996 era stata la volta del Cosmo Hotel. L'ultima nata è la palestra, il GClub che porta nel nome la storia della famiglia Giambelli e richiama a fare fitness un esercito di 2600 soci. Oggi nel quartiere sono presenti 115 aziende, 30 i negozi aperti nel centro commerciale, oltre 3000 le persone che devono un posto di lavoro all'intuizione di Valentino Giambelli, 4000 i posti auto. L'azienda, che negli anni scorsi è stata capace di realizzare l'Ikea di Carugate in 9 mesi, pensò a tutto: sul tavolo della sala riunioni Michele Giambelli ci mostra la planimetria originale, con gli scavi pronti a ospitare la fermata della metropolitana. "E' tutto pronto, sulla carta - sorride il presidente della Giambelli, che insieme all'inglese non disdegna alcuni passaggi in lingua brianzola, a testimonianza dell'attaccamento alla terra di origine - Un paio di anni fa i tecnici della provincia sono passati a fare le prove penetrometriche, poi nulla più...". E poi quella uscita della tangenziale, inizialmente pagata di tasca propria dall'impresa, perchè avrebbe dovuto servire solo il nuovo quartiere, senza altri sbocchi. Ultimi aneddoti inediti: le Torri - come ricordano molti - si chiamavano all'inizioTorri del Nord. Poi la rosa dei venti si fece troppo complicata tra tangenziale Est e uscita Vimercate Sud: "Per evitare confusione, cambiammo il nome in Torri Bianche". Quello stesso bianco, dato dal cemento martellinato, che in 25 anni non ha mai subito alcun trattamento estetico, eccezion fatta per i lavaggi naturali dell'acqua piovana. "Le Torri oggi sono la mia casa - conclude Giambelli - Io vivo lì. Quando vedo una carta per terra, mi chino a raccoglierla. Ci teniamo, è la nostra opera più rappresentativa". A inizio anno si era pensato ad una festa per il venticinquesimo. Poi tra nuove Torri nel Quartiere Sud, progetti, scontri quotidiani con la burocrazia, terreni verdi che costano un capitale in tasse e l'esercito di 300 dipendenti da coordinare anche i festeggiamenti sono stati archiviati. Gh'è da laurà. Siamo in Brianza. Con un moderno skyline caratterizzato dai "matitoni bianchi".

I NUMERI

115 le azione operanti nel Centro direzionale

30 i negozi aperti nel Centro commerciale

2920 i dipendenti/collaboratori operanti nel Centro direzionale

380 i dipendenti/collaboratori operanti nel Centro commerciale

2500 affluenza occasionale giornaliera nel Centro direzionale

8219 affluenza giornaliera nel Centro commerciale (3.000.000 i visitatori all'anno)

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