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vandali4.pngConcorezzo. "Salvini gay". Si chiude con una parentesi inaspettatamente folcloristica (e deplorevolmente omofoba) la campagna referendaria in città: se il confronto pre-urne era stato piuttosto garbato e conciliante, la vittoria del "no"deve aver fatto saltare i nervi a qualcuno. L'altra notte, infatti, anonimi (che potrebbero essere individuati grazie alle nuovetelecamere comunali) hanno imbrattato i cartelloni elettorali che,già in precedenza, erano stati abusivamente coperti con giganteschi manifesti a comporre la scritta "NO! Grazie Concorezzo". Solo che in questo caso l'utilizzo di vernice spray ha danneggiato i manufatti comunali e potrebbe configurarsi un reato. Di pessimo gusto anche le scritte di colore rosso: "Salvini gay", "Lega Merda" e un simbolo fallico con la scritta "Usa il preservativo". Indagini in corso.

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Politica

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"Salvini gay", il fronte del sì si scopre omofobo

Concorezzo. "Salvini gay". Si chiude con una parentesi inaspettatamente folcloristica (e deplorevolmente omofoba) la campagna referendaria in città: se il confronto pre-urne era stato piuttosto garbato e conciliante, la vittoria del "no"deve aver fatto saltare i nervi a qualcuno. L'altra notte, infatti, anonimi (che potrebbero essere individuati grazie alle nuovetelecamere comunali) hanno imbrattato i cartelloni elettorali che,già i

no_concorezzo.jpgConcorezzo. La città dice "no" alla riforma Boschi-Renzi della Costituzione. Con il 51,46% i concorezzesi hanno bocciato la proposta arrivata dal governo, che questa notte ha registrato le dimissioni in diretta tv di Matteo Renzi. In paese ha votato il 77,16% degli aventi diritto. Il sì si è fermato a quota 48,54%, un dato comunque lusinghiero se si considera che il fronte del no annoverava Lega Nord, Movimento 5 Stelle, minoranza PD, Forza Italia, associazione Minerva. Le operazioni di voto si sono svolte regolarmente. L'unico drammatico imprevisto si è registrato al seggio 10 dove si è dovuti provvedere d'urgenza a sostituire il presidente di seggio e uno scrutatore, marito e moglie, perché l'uomo nella notte ha accusato un gravissimo malore.

A livello nazionale, mentre scriviamo, il no è al 59,65%, mentre il Lombardia il no prevale con circa  il 55,5%. Nel Vimercatese il sì prevale in alcuni Comuni, tra cui Vimercate.

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Anche Concorezzo ha detto no alla riforma

Concorezzo. La città dice "no" alla riforma Boschi-Renzi della Costituzione. Con il 51,46% i concorezzesi hanno bocciato la proposta arrivata dal governo, che questa notte ha registrato le dimissioni in diretta tv di Matteo Renzi. In paese ha votato il 77,16% degli aventi diritto. Il sì si è fermato a quota 48,54%, un dato comunque lusinghiero se si considera che il fronte del no annoverava Lega Nord, Movimento 5 Stelle, mino

Per i referendum abrogativi del prossimo 12 giugno, i seggi saranno aperti nella sola giornata di domenica dalle 7 alle 23. L’elettore dovrà essere munito di tessera elettorale e idoneo documento di riconoscimento. È fortemente raccomandato, per l’accesso degli elettori ai seggi, per l'esercizio del diritto di voto, l’uso della mascherina chirurgica.

COME SI VOTA AL REFERENDUM (per saperne di più: https://referendumgiustizia.it/)

I quesiti dei referendum saranno cinque e riguarderanno altrettanti punti sul tema della giustizia: legge Severino sull’incandidabilità dopo condanna (scheda di colore rosso), limitazione delle misure cautelari (scheda di colore arancione), separazione delle carriere tra magistrati (scheda di colore giallo), valutazione dei magistrati da parte dei membri laici dei consigli giudiziari (scheda di colore grigio), firme per le candidature al Consiglio superiore della magistratura (scheda di colore verde).
Come per ogni referendum abrogativo, basterà tracciare un segno sulla risposta che si vuole dare (mettere una crocetta sul SI o sul NO)
Perché i referendum siano validi è necessario raggiungere il quorum di partecipazione del 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto.

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Cronaca

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Cambiare la giustizia? Domani i referendum

Per i referendum abrogativi del prossimo 12 giugno, i seggi saranno aperti nella sola giornata di domenica dalle 7 alle 23. L’elettore dovrà essere munito di tessera elettorale e idoneo documento di riconoscimento. È fortemente raccomandato, per l’accesso degli elettori ai seggi, per l'esercizio del diritto di voto, l’uso della mascherina chirurgica. COME SI VOTA AL REFERENDUM (per saperne di più: https://referendumgiustizia.it/)

referendum_giustizia_concorezzo.jpgConcorezzo. Un successo superiore ad ogni più rosea previsione. La campagna referendaria sui temi della giustizia, promossa da Radicali e Lega Salvini Premier, ha superato nelle prime settimane la soglia delle 300.000 firme. Ne servono 500.000 da raccogliere entro la fine di ottobre, ma ormai si punta ai due milioni di sottoscrizioni.

In città (dove è possibile firmare anche in Municipio) la sezione cittadina della Lega, dopo il gazebo organizzato sabato scorso in via Adda, sarà presente questa sera, giovedì, in via Libertà, dalle 18 alle 23.

Per saperne di più

I QUESITI

Responsabilità diretta dei magistrati: chi sbaglia, paga (lo prevede la Costituzione)

I magistrati pagano per i loro errori? La Costituzione (art. 28) vuole che ogni singolo funzionario, compresi i giudici, siano direttamente responsabili per i danni causati nell’esercizio delle proprie funzioni. Oggi però i magistrati, a differenza di tutti gli altri funzionari, non possono essere chiamati a rispondere direttamente. Il cittadino può rivolgersi solo allo Stato. Questo meccanismo è un ingiustificato favoritismo verso alcuni funzionari rispetto agli altri e anche ai comuni cittadini. Favorisce il privilegio e annacqua la responsabilità del magistrato.

Se si è vittime di un’ingiustizia non si possono chiedere i danni? Il cittadino danneggiato può rivolgersi direttamente solo contro lo Stato. I dati confermano l’inefficacia dell’attuale disciplina: dal 1988 a oggi sono solo poco più di 400 le cause avviate da cittadini nei confronti dello Stato per responsabilità dei magistrati e solo quattro si sono concluse con l’accertamento della colpevolezza. Gli errori hanno anche un costo: per ogni giorno di ingiusta detenzione lo Stato riconosce alla vittima 235,82 euro di risarcimento.

Che cosa succede se vince il SI? Introduciamo la possibilità di chiamare direttamente in causa il magistrato che ha procurato illecitamente il danno. I magistrati saranno considerati alla pari di tutti i funzionari pubblici: chi sbaglia paga, stop a regimi privilegiati. Lo scopo è quello di responsabilizzare i magistrati, preservarne l’onorabilità di corpo e scongiurare abusi, azioni dolose o gravi negligenze.

Troppi innocenti in carcere, limiti alla custodia cautelare

Quanti innocenti finiscono in carcere? Circa mille persone all’anno vengono incarcerate e poi risulteranno innocenti. Dal 1992 al 31 dicembre 2020 si sono registrati 29.452 casi. L’Italia è il quinto Paese dell’Unione Europea con il più alto tasso di detenuti in custodia cautelare: il 31%, un detenuto ogni tre. La carcerazione preventiva distrugge la vita delle persone colpite: non arreca solo un grave danno di immagine, sottoponendole a un’esperienza scioccante, ma ha gravi conseguenze sulla sfera professionale. Il carcere ha un impatto drammatico sulle famiglie e rappresenta anche un onere economico per il Paese: i 750 casi di ingiusta detenzione nel 2020 sono costati quasi 37 milioni di euro di indennizzi, dal 1992 a oggi lo Stato ha speso quasi 795 milioni di euro.

Che cosa succede se vince il SI? Resterebbe in vigore la carcerazione preventiva per chi commette reati più gravi e si abolirebbe la possibilità di procedere alla privazione della libertà in ragione di una possibile “reiterazione del medesimo reato”. Questa è la motivazione che viene utilizzata più di frequente per disporre la custodia cautelare, molto spesso senza che questo rischio esista veramente.

Separazione delle carriere dei magistrati sulla base della distinzione tra funzioni giudicanti e requirenti

Che cosa succede se vince il SI? Il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera la funzione giudicante o requirente, per poi mantenere quel ruolo durante tutta la vita professionale.

Equa valutazione dei magistrati

Consigli giudiziari: chi li compone e come lavorano? Sono organismi territoriali composti da magistrati, ma anche da membri “non togati”: avvocati e professori universitari in materie giuridiche. Questa componente laica, che rappresenta un terzo dell’organismo, è però esclusa dalle discussioni e dalle votazioni che attengono alle competenze dei magistrati, limitata al ruolo di “spettatore”. Solo i magistrati, dunque, hanno oggi il compito di giudicare gli altri magistrati. Una condizione che è addirittura in contrasto con lo spirito della Costituzione, che ha voluto che nel CSM vi fosse una componente non togata con eguali poteri dei componenti magistrati.

Che cosa succede se vince il SI? Con il sì viene riconosciuto anche ai membri “laici”, cioè avvocati e professori, di partecipare attivamente alla valutazione dell’operato dei magistrati.

Riforma del CSM

Viene abrogato l’obbligo, per un magistrato che voglia essere eletto, di trovare da 25 a 50 firme per presentare la candidatura. L’attuale obbligo impone a coloro che si vogliano candidare di ottenere il beneplacito delle correnti o, il più delle volte, di essere ad esse iscritti. Con il sì, si tornerebbe alla legge originale del 1958, che prevedeva che tutti i magistrati in servizio potessero proporsi come membri del CSM presentando semplicemente la propria candidatura. Avremmo così votazioni che mettono al centro il magistrato e le sue qualità personali e professionali, non gli interessi delle correnti o il loro orientamento politico.

Abolizione del decreto Severino

Che cosa prevede la legge Severino? Il decreto legislativo che porta la firma dell’ex ministro della Giustizia Paola Severino prevede incandidabilità, ineleggibilità e decadenza automatica per i parlamentari, per i rappresentanti di governo, per i consiglieri regionali, per i sindaci e per gli amministratori locali in caso di condanna. Ha valore retroattivo e prevede, anche a nomina avvenuta regolarmente, la sospensione di una carica comunale, regionale e parlamentare se la condanna avviene dopo la nomina del soggetto in questione. Per coloro che sono in carica in un ente territoriale basta anche una condanna in primo grado non definitiva per l’attuazione della sospensione, che può durare per un periodo massimo di 18 mesi.

Questa legge ha funzionato e diminuito la corruzione? Nella stragrande maggioranza dei casi in cui la legge è stata applicata contro sindaci e amministratori locali, il pubblico ufficiale è stato sospeso, costretto alle dimissioni, o comunque danneggiato, e poi è stato assolto perché risultato innocente. La legge Severino ha esposto amministratori della cosa pubblica a indebite intrusioni nella vita privata.

Che cosa succede se vince il SI? Con il sì viene abrogato il decreto e si cancella così l’automatismo: si restituisce ai giudici la facoltà di decidere, di volta in volta, se, in caso di condanna, occorra applicare o meno anche l’interdizione dai pubblici uffici.

 

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Politica

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Concorezzo, referendum: boom di firme, stasera gazebo

Concorezzo. Un successo superiore ad ogni più rosea previsione. La campagna referendaria sui temi della giustizia, promossa da Radicali e Lega Salvini Premier, ha superato nelle prime settimane la soglia delle 300.000 firme. Ne servono 500.000 da raccogliere entro la fine di ottobre, ma ormai si punta ai due milioni di sottoscrizioni. In città (dove è possibile firmare anche in Municipio) la sezione cittadina della Lega, dopo il gazebo organi

co1.jpgConcorezzo. Cosa si potrebbe fare (in un anno!) con 84 milioni di euro. Fossero anche meno della metà, gli amministratori locali si fregherebbero le mani. Invece quei soldi, frutto delle tasse dei cittadini concorezzesi, ogni 365 giorni escono dal paese con biglietto solo andata: Roma. Da lì restano nella città eterna oppure vengono distributi alle altre regioni. 84 milioni di euro è la quota con cui Concorezzo contribusce alla cifra record di 54 miliardi di euro del cosidetto residuo fiscale, ovvero il saldo tra le tasse pagate e i trasferimenti che lo Stato centrale restituisce al territorio. Poter trattenere più risorse nel proprio territorio è il nodo che sarà al centro del referendum consultivo per l'autonomia, indetto da Lombardia e Veneto per il prossimo 22 ottobre. Si vota dalle 7 alle 23, nel consueto seggio di appartenenza, esibendo semplicemente la carta di identità. Oggi alcuni militanti della Lega Nord, tra cui il segretario della Circoscrizione Molgora, Vittorio Mandelli, erano al mercato a sostegno del Comitato per il Sì.

REFERENDUM 22 OTTOBRE

Domenica 22 ottobre i cittadini della Lombardia potranno recarsi ai seggi per votare al referendum sull’autonomia della Regione rispondendo si o no al seguente quesito:

Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?”.

La consultazione riguarda un corpo elettorale di circa 8 milioni di persone (per un territorio di oltre 10 milioni di abitanti, più grande di molti Stati europei). Nello stesso giorno un analogo referendum si terrà in Regione Veneto.

La possibilità per le Regioni di ottenere maggiori spazi d’azione rispetto alle competenze ordinarie demandate dallo Stato è sancita dall’art. 116, III comma, della Costituzione, che riconosce alle Regioni a statuto ordinario la possibilità di accedere a condizioni differenziate di autonomia attraverso una procedura articolata e complessa.

L’attuale procedura era stata avviata il 17 febbraio 2015 con una delibera del Consiglio regionale che, con 58 voti a favore e 20 contrari, ha dato il via libera all'indizione del referendum consultivo sull'autonomia.

Il 1°giugno 2017 con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia (BURL) un decreto del Presidente della Giunta ha fissato la consultazione il 22 ottobre 2017 con seggi aperti dalle ore 7.00 alle ore 23.00. Si voterà con un sistema elettronico.

Il 13 giugno 2017 il Consiglio regionale con 41 voti a favore e 22 contrari ha consolidato l'iter procedurale della consultazione approvando una mozione con la quale si impegna tra l'altro il Presidente di Regione Lombardia a negoziare, all’indomani di un esito positivo del referendum, contestualmente a nuove competenze e alle relative risorse, anche l’autonomia fiscale così come riconosciuta alle Regioni a Statuto speciale.

Possono partecipare al referendum consultivo tutti gli iscritti alle liste elettorali della Lombardia. In questo referendum non è previsto un quorum, cioè un numero minimo di votanti affinché il referendum sia valido.

Regione Lombardia è stata fra le prime Regioni a chiedere al Governo spazi di autonomia “a Costituzione invariata”, ai sensi dell’art. 116, 3° comma.

La prima iniziativa, che risale a 10 anni fa ed era orientata a verificare capacità e potenzialità di ampliamento degli ambiti di azione regionale e di applicazione di forme di federalismo fiscale. Il 3 aprile 2007 il Consiglio regionale approvava la Risoluzione n. 5 che impegnava il Presidente della Giunta regionale ad avviare il confronto con il Governo in questa direzione.

L’iniziativa lombarda per una maggiore autonomia, dopo una lunga interruzione dovuta alle criticità incontrate nel confronto con il livello nazionale, si riattiva all’avvio della X legislatura, nel 2013, con l'approvazione nel 2015 di quattro delibere del Consiglio Regionale tra cui quella espressamente finalizzata alla promozione del referendum

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Politica

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Ogni anno Concorezzo regala a Roma 84 milioni di euro

Concorezzo. Cosa si potrebbe fare (in un anno!) con 84 milioni di euro. Fossero anche meno della metà, gli amministratori locali si fregherebbero le mani. Invece quei soldi, frutto delle tasse dei cittadini concorezzesi, ogni 365 giorni escono dal paese con biglietto solo andata: Roma. Da lì restano nella città eterna oppure vengono distributi alle altre regioni. 84 milioni di euro è la quota con cui Concorezzo contrib

romeo2.jpgMonza. La Lombardia regala a Roma 54 miliardi di euro all'anno, un miliardo ogni settimana. E' la differenza tra le tasse pagate e quanto ritorna sul territorio. Per Monza questo vuol dire perdere per strada 660 milioni di euro all'anno, per ogni brianzolo si traduce nel rinunciare mediamente a 11mila euro all'anno. Solo questi numeri potrebbero da soli giustificare il "sì" al referendum del prossimo 22 ottobre per l'autonomia della Lombardia. Ma non è solo questione di soldi. La Lombardia, ovvero la regione che in termini di amministrazione pubblica costa meno ai suoi cittadini rispetto a tutte le altre regioni italiane, la regione con uno dei Pil più altro tra gli stati d'Europa, o ancora la regione con il tasso di volontariato più alto d'Italia, chiede al Governo più autonomia per cancellare definitivamente il bollo auto (già ridotto del 10%), per abolire i ticket sanitari, per completare autostrade e metropolitane, per sostenere ancora di più le imprese, per avere mani libere nelle grandi opere in cui sa distinguersi,come ha dimostrato il successo di Expo.

Sabato 14 ottobre, alle 17,30, a Monza, in via Santa Maddalena, nella omonima sala, Massimiliano Romeo,capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale, e Stefano Bruno Galli, presidente della Lista Maroni, spiegheranno l'importanza del voto del prossimo 22 ottobre. Che vinca il sì è praticamente scontato: ma per convincere Roma serve una mobilitazione di massa. Pochi secondi per votare, pochi secondi per un'occasione storica che non si ripresenterà più.

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Dalla Brianza

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Più autonomia, a Monza Romeo e Galli spiegano il referendum

Monza. La Lombardia regala a Roma 54 miliardi di euro all'anno, un miliardo ogni settimana. E' la differenza tra le tasse pagate e quanto ritorna sul territorio. Per Monza questo vuol dire perdere per strada 660 milioni di euro all'anno, per ogni brianzolo si traduce nel rinunciare mediamente a 11mila euro all'anno. Solo questi numeri potrebbero da soli giustificare il "sì" al referendum del prossimo 22 ottobre per l'autonomia della Lombar

conco_ref2.jpgConcorezzo. Un plebiscito per il "sì" all'autonomia della Lombardia festeggiato con un maxi-manifesto fatto comparire nella notte in via Libertà. Oltre il 40% dei cittadini concorezzesi ha partecipato domenica al referendum indetto dalla Regione per chiedere allo Stato centrale più competenze e relative risorse. Un primo passo verso un regionalismo differenziato che metta fine una volta per tutte alla sperequazione tra le tasse versate a Roma dai lombardi e quanto torna indietro in termini di servizi e trasferimenti. La Lombardia chiede almeno una parte di questo tesoro da 54 miliardi di euro all'anno e i cittadini hanno partecipato in maniera importante alla consultazione (c'era chi stimava un'affluenza intorno al 15%). Tra lombardi e veneti si sono recati alle urne oltre 5,5 milioni di cittadini. A Concorezzo tutto è filato liscio con le 38 voting machine: alla fine hanno votato 4956 cittadini, il 94,5% dei quali ha detto "sì". La percentuale dei votanti è stata del 40, 16%.

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"Oltre 3 milioni di Lombardi sono andati al voto, per la precisione 3.022.017, un risultato oltre le mie aspettative, di cui sono molto soddisfatto. In Lombardia non c'era il quorum, ma se tre milioni di Lombardi sono andati al voto, vuol dire che il tema dell'autonomia è straordinariamente importante e io mi sento l'incarico di questa responsabilità". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, in conferenza stampa, commentando l'esito del referendum per l'autonomia.

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Politica

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Referendum, Concorezzo sopra il 40%: il sì è al 94,5%

Concorezzo. Un plebiscito per il "sì" all'autonomia della Lombardia festeggiato con un maxi-manifesto fatto comparire nella notte in via Libertà. Oltre il 40% dei cittadini concorezzesi ha partecipato domenica al referendum indetto dalla Regione per chiedere allo Stato centrale più competenze e relative risorse. Un primo passo verso un regionalismo differenziato che metta fine una volta per tutte alla sperequazione tra le tas

boschi.jpgConcorezzo. Dopo l'invito estivo a Marco Travaglio, la posizione referendaria dell'Associazione Minerva sembrava tracciat. Ora è arrivata l'ufficialità. Il Consiglio direttivo del sodalizio ha delibera di sostenere il voto contrario alla proposta di riforma costituzionale varata dal Governo Renzi per mano del ministro Maria Elena Boschi. "La proposta di revisione promossa dal Governo è a nostro avviso peggiorativa, foriera di contraddizioni ed esito di un iter parlamentare di certo non segnato da un vero spirito costituente - spiegano dal direttivo - Terminato il nostro percorso comune di approfondimento e condivisione, a partire dalle prossime settimane ci impegneremo per informare e sensibilizzare la cittadinanza in vista del referendum. Lo faremo con serietà e rigore: non ci interessa fare mera propaganda e non ci interessa "mandare a casa il Governo". La Costituzione è qualcosa di molto più importante". Il documento è stato votato all'unanimità dagli 81 membri presenti. Minerva parla di una riforma varata da una maggioranza "raccogliticcia", ricorda il parere di incostituzionalità della Corte Costituzionale, critica la revisione del titolo V e l'indebolimento delle regioni in vista di un neo-centralismo.

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Referendum, Minerva si schiera per il no

Concorezzo. Dopo l'invito estivo a Marco Travaglio, la posizione referendaria dell'Associazione Minerva sembrava tracciat. Ora è arrivata l'ufficialità. Il Consiglio direttivo del sodalizio ha delibera di sostenere il voto contrario alla proposta di riforma costituzionale varata dal Governo Renzi per mano del ministro Maria Elena Boschi. "La proposta di revisione promossa dal Governo è a nostro avviso peggiorativa, forie

ugo_desiervo.jpgConcorezzo. L'Associazione Minerva organizza una serie di iniziative volte ad approfondire il tema del referendum costituzionale, dando spazio ad un ampio spettro di posizioni, avvalendosi del contributo di costituzionalisti autorevoli. Dopo il successo del confronto tra Valerio Onida e Claudio Martinelli, organizzato insieme al Comitato cittadino per il No, è stata la volta delle costituzionaliste Barbara Pezzini, per le ragioni del no, e Stefania Bariatti per quelle del sì. Gli incontri, seguiti da molti cittadini interessati, hanno permesso di esaminare dettagliatamente il testo della riforma. Nei prossimi giorni l'Associazione renderà pubblici i video degli incontri. Lunedì 14 novembre interverrà, presso la Biblioteca di Vimercate alle ore 16, Ugo De Siervo, Presidente emerito della Corte Costituzionale e tra i  costituzionalisti più autorevoli. Con De Siervo si avrà modo di affrontare il tema della riforma inquadrandolo nel contesto delle dinamiche politiche nazionali e internazionali, provando ad immaginare i possibili scenari dopo il voto. Infine, mercoledì alle ore 21 e sempre presso la Biblioteca di Vimercate, un convegno con quattro costituzionalisti per affrontare un'analisi comparata tra costituzione vigente e testo di riforma. Le iniziative promosse dall'Associazione Minerva fino al 4 dicembre non finiscono qui. Nei prossimi giorni ci saranno ulteriori appuntamenti, oltre che i consueti banchetti informativi sui comuni del circondario, realizzati per incontrare i cittadini e condividere con loro impressioni e valutazioni. 

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Referendum, questa sera parola a Ugo De Siervo

Concorezzo. L'Associazione Minerva organizza una serie di iniziative volte ad approfondire il tema del referendum costituzionale, dando spazio ad un ampio spettro di posizioni, avvalendosi del contributo di costituzionalisti autorevoli. Dopo il successo del confronto tra Valerio Onida e Claudio Martinelli, organizzato insieme al Comitato cittadino per il No, è stata la volta delle costituzionaliste Barbara Pezzini, per le ragioni del no, e

referendum_fi.jpgConcorezzo. L'ex ministro Mariastella Gelmini, coordinatore di Forza Italia in Lombardia. E ancora Fabrizio Sala, vicepresidente della Regione, il deputato Elena Centemero, il consigliere regionale Sabrina Mosca, i sindaci Riccardo Borgonovo, Antonio Romeo (Limbiate), Fabio Quadri (Cornate) e Gianmarino Colnago (Aicurzio). Dopo il sostegno ufficiale di Silvio Berlusconi, gli azzurri scendono in campo compatti per sostenere il referendum per l'autonomia che, al Pirellone, è stato promosso da tutto il centrodestra e dal Movimento 5 Stelle e che è trasversalmente appoggiato da tantissimi sindaci del PD, Giorgio Gori e Giuseppe Sala in testa.

Questa sera, martedì, a Concorezzo, alle 21, in Villa Zoja, i vertici azzurri guidati da Gelmini e Sala spiegheranno le ragioni del sì. I lombardi sono chiamati alle urne domenica dalle 7 alle 23: si vota nel consueto seggio di appartenenza, in modalità elettronica, esibendo semplicemente la carta di identità.

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Referendum: i vertici di Forza Italia a Concorezzo per il sì

Concorezzo. L'ex ministro Mariastella Gelmini, coordinatore di Forza Italia in Lombardia. E ancora Fabrizio Sala, vicepresidente della Regione, il deputato Elena Centemero, il consigliere regionale Sabrina Mosca, i sindaci Riccardo Borgonovo, Antonio Romeo (Limbiate), Fabio Quadri (Cornate) e Gianmarino Colnago (Aicurzio). Dopo il sostegno ufficiale di Silvio Berlusconi, gli azzurri scendono in campo compatti per sostenere il referendum per l'aut

referenzium.jpgConcorezzo. Undici ore in piazza per dire "no" al referendum sulla riforma della Costituzione, in calendario per il 4 dicembre. La sezione cittadina della Lega Nord allestirà domani in centro, di fronte alla chiesa, il suo classico gazebo per distribuire materiale con le ragioni del "no". Dalle 8,30 fino alle 19,30 i militanti, guidati dal segretario Vittorio Mandelli, daranno vita ad una non-stop contro quello che hanno ribattezzato "referenzium". "E' la prima di una lunga serie di iniziative - spiega Mandelli - La Lega sarà presente in prima linea e anche sostendo i comitati trasversali per il no, dove lavoreremo accanto ad associazioni e cittadini. Le ragioni del no sono semplici: questo referendum uccide ogni livello di autonomia accentrando tutto a Roma e Bruxelles, non semplica e anzi complica i processi legislativi, toglie libertà al popolo di scegliersi i propri rappresentanti come già avviene per le Province, pone le basi per una pericolosa e moderna forma di dittatura. Anche la riduzione dei costi è una delle tante balle a cui ci ha abitutato Renzi".

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Rerefendum, Lega Nord 11 ore in piazza per dire no

Concorezzo. Undici ore in piazza per dire "no" al referendum sulla riforma della Costituzione, in calendario per il 4 dicembre. La sezione cittadina della Lega Nord allestirà domani in centro, di fronte alla chiesa, il suo classico gazebo per distribuire materiale con le ragioni del "no". Dalle 8,30 fino alle 19,30 i militanti, guidati dal segretario Vittorio Mandelli, daranno vita ad una non-stop contro quello che hanno ribattezzato "refe

referendum2017bis.JPGAlbiate. Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord, sarà in Brianza, mercoledì sera, per sostenere le ragioni del sì al referendum del prossimo 22 ottobre per l'autonomia della Lombardia. L'appuntamento è per le 21 nel centro culturale di via Giotto. 

Tante le ragioni che hanno spinto la Regione a indire, insieme al Veneto, la Consultazione del 22 ottobre. La Lombardia è la regione che versa più tasse allo Stato ricevendo, in cambio, meno trasferimenti in termini di spesa pubblica. In questi anni, infatti, il residuo fiscale della Lombardia è di oltre 54 miliardi (fonte: Éupolis Lombardia). Si tratta del valore in assoluto più alto tra tutte le regioni italiane. Un’immensità anche a livello europeo se si pensa che due regioni tra le più industrializzate d’Europa come la Catalogna e la Baviera hanno rispettivamente un residuo fiscale di 8 miliardi e 1,5 miliardi.

Secondo James McGill Buchanan Jr, premio Nobel per l’Economia nel 1986, cui si attribuisce la paternità della definizione, il trattamento che lo Stato riserva ai cittadini può considerarsi equo se determina residui fiscali minimi in capo a singoli individui, a prescindere dal territorio nel quale risiedono. Differenze marcate denotano una violazione dei principi di equità basilari.

Dopo la Lombardia si colloca l’Emilia-Romagna, con un residuo fiscale di 18.861 milioni di euro. Seguono Veneto (15.458 mln), Piemonte (8.606 mln), Toscana (5.422 mln), Lazio (3.775 mln), Marche (2.027 mln), Bolzano (1.100 mln), Liguria (610 mln), Friuli Venezia Giulia (526 mln), Valle d’Aosta (65 mln). In coda alla classifica: Umbria (-82 mln), Trento (-249 mln), Molise (-614 mln), Basilicata (-1.261 mln), Abruzzo (-1.301 mln), Sardegna (-5.262 mln), Campania (-5.705 mln), Calabria (-5.871 mln), Puglia (-6.419 mln) e Sicilia (-10.617 mln).

Anche per quanto riguarda il residuo fiscale pro capite, la Lombardia presenta i valori più alti d’Italia, con 5.217 euro. Seguono Emilia-Romagna (4.239), Veneto (3.141), Provincia Autonoma di Bolzano (2.117), Piemonte (1.950), Toscana (1.447), Marche (1.310), Lazio (641), Valle d’Aosta (508), Friuli Venezia Giulia (430), Liguria (386), Umbria (-92), Provincia Autonoma di Trento (-464), Campania (-974), Abruzzo (-979), Puglia (-1.572), Molise (-1.963), Sicilia (-2.089), Basilicata (-2.192), Calabria (-2.975) e Sardegna (-3.169).

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Dalla Brianza

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Salvini in Brianza per il referendum lombardo

Albiate. Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord, sarà in Brianza, mercoledì sera, per sostenere le ragioni del sì al referendum del prossimo 22 ottobre per l'autonomia della Lombardia. L'appuntamento è per le 21 nel centro culturale di via Giotto.  Tante le ragioni che hanno spinto la Regione a indire, insieme al Veneto, la Consultazione del 22 ottobre. La Lombardia è la regione che versa pi&u

referendum.JPGConcorezzo. La Riforma della Costituzione Renzi-Boschi vuol rendere il Paese più modermo o più autoritario? I costi della politica verranno davvero ridotti? E' un bene per la Lombardia farsi gestire sanità, trasporti e scuole da Roma? Questa proposta di Riforma è legittima? La sovranità resterà in mano ai popoli o ai banchieri di Bruxelles? Sono tante le domande a cui dovranno rispondere Valerio Onida, Presidente emerito della Corte Costituzionale, e Claudio Martinelli, Professore di Diritto Pubblico Comparato. Il palco del cineteatro San Luigi, in via De Giorgi, mercoledì sera, dalle 21, ospiterà l'evento "Verso il referendum: le ragioni del sì e quelle del no". Ingresso libero. Per il referendum si vota il 4 dicembre. La consultazione non prevede quorum, quindi il risultato che uscirà dalle urne sarà valido a prescindere dal numero dei votanti.

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Politica

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Sì o no? Mercoledì sera confronto sul referendum?

Concorezzo. La Riforma della Costituzione Renzi-Boschi vuol rendere il Paese più modermo o più autoritario? I costi della politica verranno davvero ridotti? E' un bene per la Lombardia farsi gestire sanità, trasporti e scuole da Roma? Questa proposta di Riforma è legittima? La sovranità resterà in mano ai popoli o ai banchieri di Bruxelles? Sono tante le domande a cui dovranno rispondere Valerio Onida, Pr