Ravenna

assoluzione templari.jpgConcorezzo. Sabato 10 settembre molti concorezzesi si ritroveranno a Ravenna per pregare sulla tomba di San Rainaldo. L'iniziativa si colloca all'interno dell'itinerario culturale e spirituale iniziato a Ravenna il 5 e 6 novembre 2021, con un convegno internazionale di studi su “L’arcivescovo Rinaldo da Concorezzo nel settimo centenario dalla morte”, e allo stesso tempo nella loro città, con una mostra delle copie dei mosaici antichi ravennati.

A Ravenna è infatti sepolto il santo beato Rinaldo o Rainaldo da Concorezzo, morto 701 anni fa ad Argenta, un mese prima di Dante. Arcivescovo di Ravenna, fu uomo di vera fede, abile diplomatico, uno dei più grandi giuristi della storia del diritto. In pieno medioevo, nel periodo dell'Inquisizione, condannò l’uso della tortura e della minaccia di tortura come metodo processuale (nella foto i tre frammenti che contengono la sentenza di assoluzione). Assolse in un famoso processo i Templari, accusati di inaudite nefandezze da quelli che volevano impossessarsi dei loro beni (Dante li chiama “le cupide vele”). Ravenna ha dedicato a San Rainaldo un giardino nei pressi della tomba di Dante, con una targa dedicata a chi “nel processo ai Templari fu Giudice libero e umano”. 

Unisce Concorrezzo e Ravenna anche la memoria di Renzo Caravita, ravennate contemporaneo defunto il 18 aprile 2017, che ha meritato la riconoscenza di entrambe le città: da Concorrezzo, con la cittadinanza onoraria riconosciutagli nel febbraio 2002 al termine del convegno: “Sulle orme di San Rainaldo”; da Ravenna col solenne encomio che nel 2011, quando compì 80 anni, gli rivolse il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci, tra l’altro con queste parole: “[…] ci onora esprimere encomio e riconoscenza per Renzo Caravita. Al suo nome è legata una delle scoperte più importanti per la storiografia ravennate: il riconoscimento in tre pergamene separate, presenti nell’Archivio Arcivescovile, dell’unica grande pergamena contenente i risultati del processo di Rinaldo da Concorezzo nei confronti dei Templari, il documento ufficiale che testimonia l’epocale sentenza emessa dall’arcivescovo ravennate. ‘Rinaldo Da Concorezzo al tempo di Dante’, pubblicazione edita nel 1964, costituisce un riferimento di grandissimo valore per la comunità degli studiosi e dei cultori, importante studio che ci fa conoscere quale straordinario fermento culturale animasse la Ravenna dei primi anni del 1300. […]”. Il 14 settembre 2019, il Comune di Ravenna gli ha dedicato una targa accanto all’area giochi della Rocca Brancaleone, in quanto, quale amministratore comunale tra il 1962 e il 1973, “volle ed ottenne che questa Rocca, allora orto privato, diventasse un’area comunale di uso pubblico, dedicata particolarmente alle famiglie e ai bambini”.

Sabato 10 settembre alle 11.00, l’arcivescovo di Ravenna monsignor Ghizzoni celebrerà una Messa presso il Duomo, che custodisce il prezioso sarcofago con la salma di Rinaldo. Alcune reliquie sono nel Museo arcivescovile e le antiche pergamene sul processo ai Templari nell’Archivio diocesano, ex cinema Roma. 

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Cultura

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Pellegrinaggio sulla tomba di San Rainaldo

Concorezzo. Sabato 10 settembre molti concorezzesi si ritroveranno a Ravenna per pregare sulla tomba di San Rainaldo. L'iniziativa si colloca all'interno dell'itinerario culturale e spirituale iniziato a Ravenna il 5 e 6 novembre 2021, con un convegno internazionale di studi su “L’arcivescovo Rinaldo da Concorezzo nel settimo centenario dalla morte”, e allo stesso tempo nella loro città, con una mostra delle copie dei mosaici antichi raven

beato_rainaldo_tomba.jpgConcorezzo. Rainaldo (o Rinaldo) da Concorezzo un posto nella storia sel'è ritagliato. Vescovo di Ravenna ai tempi di Dante (quasi certamente i due si conobbero e si incontrarono), il religioso concorezzese guidò la diocesi romagnola dal 19 novembre 1303 al 18 agosto 1321, anno il cui morì anche il sommo poeta fiorentino. Rainaldo fu protagonista del celeberrimo processo ai Templari con cui la Chiesa cercò di porre fine all'ordine cavalleresco e di impossessarsi dello sterminato patrimonio. Non solo il beato Rainaldo assolse i Templari ma, anticipando Cesare Beccaria, si rifiutò di far utilizzare la tortura per estorcere confessioni non veritiere (per saperne di più leggi qui).

Per la sua sepoltura venne utilizzato un antico sarcofago risalente alla prima metà del V secolo e con incisa la scritta: «Sepultus est in monumento ex marmore in aede Ursiana». Il sarcofago si trova nel Duomo di Ravenna (al beato concorezzese sono dedicati anche dei giardini pubblici), lungo la parete sinistra della Cappella della Madonna del Sudore. La tomba ospita la raffigurazione di Cristo, seduto su un trono sovrasta una roccia dalla quale sgorgano i fiumi paradisiaci Pison, Ghicon, Tigri ed Eufrate. 

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"La ricognizione effettuata dall’Arcivescovo Morganti nell’aprile del 1908 - scrive nel suo blog lo studioso Giovanni Gardini - è stata l’ultima di una serie di ispezioni della sepoltura venerata. La prima ricognizione avvenne sotto l’episcopato di Giulio Feltrio della Rovere (1566-1578): Girolamo Rossi nelle Historiarum Ravennatum riporta le parole dell’arcivescovo che ricordava di aver visto il corpo «integrum, ac penè recens, promissa barba, statura procera, ingenua forma, & specie ad dignitatem apposita inventum est»[3]. A questa, seguì la ricognizione di Pietro Aldobrandini (1604-1621), poi quella di Luigi Capponi (1621-1645), il quale raccolse le spoglie mortali del beato Rinaldo in una cassetta lignea dopo che l’acqua, durante l’inondazione del 1636, raggiungendo una considerevole altezza, entrò nel sarcofago compromettendo l’integrità della sepoltura".

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Cronaca

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Qui riposa il beato Rainaldo da Concorezzo, il vescovo che assolse i Templari

Concorezzo. Rainaldo (o Rinaldo) da Concorezzo un posto nella storia sel'è ritagliato. Vescovo di Ravenna ai tempi di Dante (quasi certamente i due si conobbero e si incontrarono), il religioso concorezzese guidò la diocesi romagnola dal 19 novembre 1303 al 18 agosto 1321, anno il cui morì anche il sommo poeta fiorentino. Rainaldo fu protagonista del celeberrimo processo ai Templari con cui la Chiesa cercò di porr