Palladino come Re Mida: il Monza fa tris di vittorie

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MONZA-SPEZIA 2-0
 
Chissà se dopo il successo di oggi, il terzo su tre da quando è seduto sulla panchina del Monza (è il primo esordiente in Serie A alla guida di una squadra neopromossa che ci riesce nell’era dei 3 punti a vittoria cioè dal 1994), ci sarà ancora qualcuno che dirà che è troppo presto per giudicare Raffaele Palladino, che è solo fortunato, che è eterodiretto… La realtà è che già contro la Juventus si era notata la mano di un nuovo tecnico, che questa si è esaltata nella trionfale trasferta di Genova, mentre oggi si è vista la qualità dell’allenatore in una partita cosiddetta “sporca”. Perché il 2-0 maturato contro lo Spezia all’U-Power Stadium non è stato esaltante tanto per il gioco, quanto per la mentalità mostrata dal gruppo, capace di interpretare nel modo giusto la sfida, che aveva caratteristiche diverse dalle due precedenti. Se dopo 5’ rischi di subire un rigore per una “scoria” di costruzione dal basso del gioco “a tutti i costi” e successivamente spazzi un po’ di palloni in tribuna significa che hai capito che il calcio è un gioco e non una scienza e che prima di far andare le gambe devi usare il cervello. In uno scontro diretto per la salvezza tra “provinciali” c’era poco da fare i leziosi ma piuttosto pensare alla concretezza, mettendo in campo la giusta “cazzimma”, per usare un termine caro a Cannavaro ma probabilmente anche al conterraneo Izzo. Che infatti oggi sembrava un topo in un magazzino di formaggi. Ma, come ha detto Palladino (tra l’altro ex giocatore dello Spezia) a fine partita in conferenza stampa, oggi sono stati tutti bravi, a cominciare certamente dai granitici Pablo Marì e Caldirola, passando per l’“imperatore” della fascia sinistra Carlos Augusto e finendo con lo scattante D’Alessandro, subentrato nell’ultimo quarto d’ora per far impazzire gli sfiancati difensori spezzini.
 
E così, se da una parte la squadra biancorossa inanella la terza gara senza subire reti, dall’altra gli aquilotti infilano la quinta sconfitta esterna in 5 trasferte e falliscono il dodicesimo tentativo nella storia di portar via l’intera posta in palio da Monza.
 
Palladino, che oggi ha dovuto fare a meno degli infortunati Petagna e Marrone, ha confermato la formazione vittoriosa sulla Sampdoria, fatta eccezione per la scelta di utilizzare dal 1’ Gytkjaer come centravanti a scapito di Mota. Il tecnico dei liguri Luca Gotti non ha avuto invece a disposizione gli infortunati Sala, Hristov e Reca.
 
Davanti a 12mila spettatori, di cui un migliaio di fede spezzina, il Monza parte contratto rispetto alle ultime due uscite. Al 5’ l’“ex” Pessina sbaglia un disimpegno in area e sul batti e ribatti l’arbitro vede un presunto fallo di mano di Rovella che il Var gli fa togliere. Al 15’ lo Spezia si fa rivedere in area biancorossa con Nzola che dal limite spara alto. I brianzoli impegnano il portiere ospite Dragowski solo al 27’ con un sinistro da fuori dell’altro “ex” Ciurria che viene respinto. 1’ dopo l’aquilotto Agudelo penetra in area sulla destra e a tu per tu con Di Gregorio quasi dalla linea di fondo cerca un compagno in area anziché provare la conclusione in porta. Il sostanziale equilibrio in campo viene interrotto al 32’ dal gol del vantaggio locale, scaturito al termine di una bella combinazione Sensi-Pessina-Carlos Augusto col brasiliano che entra in area e scaraventa il pallone col suo potente sinistro alle spalle di Dragowski. Al 36’ lo Spezia si procura un calcio di punizione dal limite che Bourabia calcia alto. Al 40’ si registra un’altra discesa imperiosa, anzi imperiale dato il suo soprannome, di Carlos Augusto che arrivato al limite dell’area calcia di destro centralmente favorendo la parata di Dragowski.
 
Nella ripresa lo Spezia tiene di più il possesso della palla, ma non riesce a impensierire Di Gregorio. Anzi, al 9’ è il Monza a rendersi pericoloso con un destro dalla distanza di Caprari che termina a lato. Palladino sostituisce lui e Sensi con Mota e Barberis e proprio da un corner battuto dal centrocampista arriva il secondo gol, grazie a un inserimento di Pablo Marì che insacca da due passi. La reazione dei liguri si limita a un rasoterra insidioso di Maldini che Di Gregorio devia in corner. Il tecnico biancorosso cambia Ciurria e Gytkjaer con Birindelli e D’Alessandro e 10’ dopo anche Rovella con Ranocchia: l’inserimento di forze fresche cementa la fase difensiva, che non permette allo Spezia di rialzare la testa. Solo al 47’ Ekdal ci prova di destro ma il tiro passa alto di poco.
 
In sala stampa Palladino ha continuato giustamente a volare basso e a dare i meriti ai giocatori: “Sapevamo che lo Spezia era una squadra molto temibile e che quella di oggi era la partita più difficile delle ultime tre. Gotti poi lo conosco bene avendolo avuto come allenatore in seconda quando giocavo a Parma e infatti i suoi ragazzi ci hanno messo in difficoltà, soprattutto nel primo tempo. Siamo stati bravi a non prendere gol e nelle ripartenze. Col primo gol ci siamo sbloccati. Nel secondo tempo abbiamo smesso un po’ di giocare, però siamo rimasti compatti. Abbiamo creato un gruppo meraviglioso, cui piace stare al Monzello. Dobbiamo continuare ad avere questo atteggiamento perché con le qualità tecniche che abbiamo possiamo fare grandi cose. I miei meriti? Sono quelli di aver creduto in questi ragazzi. Quando sono arrivato li ho trovati giù di morale. Ho cercato empatia, di dar loro segnali sotto l’aspetto emotivo e mentale. Poi gli ho chiesto alcune cose sul piano del gioco e loro le stanno facendo. Per ora è più facile allenare in Serie A che in Primavera perché qui sono intelligenti, bravi, disponibili. Non guardo la classifica: non deve subentrare la presunzione. Ora l’unico obiettivo è la salvezza. Vedo l’entusiasmo dei tifosi già nel tragitto per andare da Villa Gernetto allo stadio: è bellissimo. Del resto senza i tifosi il calcio non esisterebbe. Carlos Augusto? È uno di quelli che mi ha sorpreso più di tutti. Arriverà a giocare in una grandissima squadra: spero che sarà il Monza. Caldirola? Sta facendo grandi cose. Ma tutti hanno fatto una partita strepitosa perché non prendere gol è fondamentale: dà fiducia, morale, carica, consapevolezza. Purtroppo per i giocatori io li faccio lavorare tanto. Che non significa solo correre tanto. Io credo molto nella preparazione atletica. Berlusconi e Galliani? Appena finita la conferenza stampa chiamerò il presidente perché mi fa sempre piacere sentirlo. Galliani ci ha chiamato nello spogliatoio a fine partita ed era felicissimo”.
 
Gotti ha lamentato la poca concretezza in attacco: “La prima mezzora l’abbiamo fatta bene, con personalità, forza, energia. Ci siamo procurati qualche occasione e poi abbiamo subito un gol banale. Quindi ci abbiamo messo un quarto d’ora per cercare di ricostruire i presupposti del gioco. Nel secondo tempo il baricentro del gioco si è spostato, il Monza ha capitalizzato con un calcio d’angolo e tutto è diventato più difficile. Abbiamo trovato una squadra in un momento di grande fiducia nelle sue qualità. Però noi non siamo riusciti anche oggi a fare gol, anche se le occasioni ci sono state. Il Monza ha capitalizzato le sue occasioni, noi no”.