Un anno di Var: il bilancio è positivo. La tecnologia è entrata nel caso: ora serve perfezionarla

La Var supporta gli arbitri nelle loro decisioniConcorezzo. È quasi tempo di bilanci, il finale di stagione è ormai alle porte e quella che sta per concludersi sarà comunque vada un’annata storica, per l’introduzione della tecnologia nel mondo del calcio. Persino il più dinosauro degli sport si è dovuto piegare a tutte le altre discipline che da tempo aveva portato dentro il proprio regolamento il supporto del video, rendendo lo sport un posto magari non perfetto, ma certamente più giusto e meritocratico.

Possiamo affermare con relativa certezza che lo stesso è avvenuto anche nel mondo del pallone, azzerando almeno in campo quasi totalmente le proteste. Il ricorso al video ha tranquillizzato i protagonisti in campo, che adesso dopo una dubbia decisione presa al Var accettano molto più di buon grado quella che invece sarebbe stata una sanzione ritenuta ingiusta.

Un primo passo oggettivamente in avanti, mentre per mettere tutti d’accordo circa l’utilizzo del Var ancora c’è della strada da fare, ma dopo appena un anno si può sicuramente ritenere entusiasmante la percentuale di errori che è decisamente calata. Eppure, qualcuno ancora storce il naso e pone il veto riguardo la possibilità di inserirla in tutte le competizioni ufficiali. Questo è il caso della Uefa, che ancora rimanda l’arrivo del supporto video nella Champions, Europa League ed Europei, sebbene le ultime indiscrezioni parlino della concreta possibilità di vedere la Var in tali eventi dalla stagione 2019/20.

L’ex arbitro Marelli, intervistato in esclusiva dalla redazione di Bwin, si è espresso riguardo il Var: “La tecnologia è ormai parte della nostra vita, in qualsiasi ambito. Per questa conversazione abbiamo usato un telefono cellulare, chi scrive utilizza un computer, chi pubblica si avvale di server ed internet. Non è certo un caso che alcuni sport abbiano introdotto la tecnologia di review già da molti anni. È vero, sono sport differenti dal calcio (penso al basket, al tennis od alla pallavolo) ma è anche vero che abbiamo a disposizione tecnologie più che sufficienti per poter iniziare un percorso che porti ad eventi sportivi non più decisi dall’errore dell’uomo ma dalle qualità dei giocatori”.

Nel frattempo, la Fifa lo vara in quella che è la manifestazione sportiva più importante, amata e seguita al mondo: i Mondiali in Russia in partenza fra meno di due mesi. Un evento planetario che accrescerà considerevolmente il prestigio dell’innovazione e di conseguenza la pressione sui giudici, in campo e dietro gli schermi. Collina ha però appoggiato la decisione e a Coverciano sono già cominciati i corsi di aggiornamento sul protocollo.

Una riflessione interessante, in parallelo con l’arrivo del Var, riguarda lo stile degli arbitri di ciascuna nazione e se esso potrà uniformarsi: “Sono classificazioni che ho sempre rifiutato per un semplice motivo: per tutti gli arbitri del pianeta esiste un solo ed unico regolamento e quel regolamento son tutti tenuti a rispettare. Possiamo, al limite, pensare ad un metro di giudizio differente tra una nazione ed un’altra, con una soglia di “fallo” più elevata nel mondo anglosassone rispetto a quella dei campionati latini. In realtà ogni arbitro ha un suo stile di arbitraggio: così come in Italia esistono arbitri con una soglia più alta, allo stesso modo esistono arbitri inglesi con una soglia più bassa”.