Tre colpi di pistola all'ex della sua donna: lituano nei guai

Paderno Dugnano. E' stata ritrovata ieri la pistola utilizzata per un brutale regolamento di conti. "Reo" di non accettare la fine di una relazione con una moldava di 32 anni, un rumeno di 48 è stato aggredito dal nuovo amante della donna, che prima lo ha colpito in testa con una catena mentre un complice minorenne lo teneva fermo e poi gli ha sparato addosso tre colpi di pistola, ferendolo gravemente. È accaduto in via Sant'Ambrogio a Paderno Dugnano intorno alle 21 dello scorso 7 settembre. I due aggressori, V. C. lituano irregolare di 26 anni e S. M. moldavo di 17, sono poi stati rintracciati dai carabinieri nel primo pomeriggio del 9 settembre in un appartamento in via Carbonari sempre a Paderno Dugnano. Sono stati fermati con l'accusa di tentato omicidio e il 12 i fermi sono stati convalidati dal gip di Monza e dal gip minorile. Ieri, invece, i militari hanno trovato la strana pistola utilizzata per l'aggressione nei pressi dell'abitazione della moldava, che lavora in nero come badante, è incensurata e almeno per ora non indagata in questa vicenda. Si tratta di una pistola clandestina calibro 22 proveniente dalla Germania fabbricata per il tiro al bersaglio alla fine degli anni Settanta. Non prevede la possibilità di esplodere colpi in sequenza: dopo ogni esplosione, bisogna togliere il bossolo e inserire una nuova cartuccia. Secondo gli investigatori, il lituano l'ha usata per sparare al rumeno da circa un metro di distanza, mentre il moldavo lo teneva bloccato, dopo avergli dato appuntamento nella via per un chiarimento. Gli ha chiesto se aveva da accendere una sigaretta e mentre il rivale cercava l'accendino, il 17enne lo ha afferrato e bloccato. Quindi il lituano lo ha colpito con la catena, rimasta poi sulla strada, e poi gli ha sparato. Il primo colpo è andato a vuoto, il secondo lo ha preso di striscio alla coscia sinistra e il terzo lo ha raggiunto mentre fuggiva, gli ha rotto una costola, perforato il polmone sinistro e si è fermato nel rene sinistro. Soccorso dal 118, il rumeno è stato portato in ospedale dove i medici hanno ritenuto in via precauzionale di non asportare l'ogiva, rimasta nel rene. Prima però è riuscito a dire ai carabinieri cos'era successo e a fornire il numero dell'ex amante. Attraverso lo studio dei tabulati, i militari sono risaliti ai suoi contatti più recenti, riuscendo a rintracciare i due responsabili attraverso la rilevazione del loro cellulare.

Fonte Omnimilano