Tre ore di magia con Van De Sfroos: Davide incanta con parole e musiche. E ora volta pagina

PhotoPiu154mod.jpgConcorezzo. Davide Van De Sfroos è pronto a voltare pagina. Prima di salire sul palco del San Luigi (dove indosserà per alcuni minuti la felpa con la scritta Cuncuress), il cantautore più istrionico del panorama musicale nazionale si racconta a concorezzo.org. Una chiacchierata veloce, ma piacevole, a tu per tu nel camerino, incastrata tra la cena alla trattoria Pierino e il richiamo dell'orologio che ha fissato per le 21 l'inizio delle danze. "Finchè hai nella testa che la cosa più importante la devi ancora scrivere, vai avanti - annuncia - Spazio vuoto da riempire lo devi tenere gelosamente stretto. Quello che volevo fare fortemente era un disco come Goga e Magoga, fatto quello non mi interessa più di andare avanti con quelle sonorità, era importante arrivare fin lì, buttar fuori quel tipo di roba perché ce l'avevi dentro e doveva uscire. Ma adesso già tutto è rimesso in gioco, si ricomincia e il prossimo disco può essere l'opposto". Intanto, però, con questo Tùur Teatràal Davide ha lasciato il segno, disegnando il suo viaggio ideale dove la parola esce dalle canzoni per farsi recita, per farsi teatro e dove la musica è così ricercata e comunicativa da farsi parola. Lui cantautore, lui musicista, lui scrittore di romanzi, lui attore se ne sta sul palco per più di tre ore. In ottima compagnia: Angapiemage Galliano Persico fa vivere in violino (ma anche il mandolino) come pochi sul panorama nazionale, il poliedrico Andrea Cusmano maneggia e soffia una quantità di strumenti da fare meraviglia, Maurizio “Gnola” Glielmo fa impazzire le dita sulla chitarra fino a farti perdere tra i movimenti.

Questo tour rimette tutto in gioco, non è una rilettura acustica ma un viaggio in chiave confidenziale che dentro il teatro ci sta, lasciando a casa le cose che sarebbero in più, le roboanze – ci confida – Ma sul palco troverete quattro persone che lavorano per otto. Questa atmosfera è ideale, ti fa viaggiare dentro a qualcosa che non ti spinge ad alzarti e non è frastornante. C’è spazio per colori e suoni che ci riportano alle origini”.

E le origini sono anche quelle della sua discografia: se l’evento pesca a piene mani nei capolavori di Goga e Magoga (El calderon de la stria, Figlio di ieri, Ki), per la gioia dei fan della prima ora ecco (quanto mai a tema meteo) Il diluvio universale tratto da Per una poma del 2002, ma anche Nona Lucia, Sciur Capitan, La machina del ziu Toni, la meravigliosa Il libro del mago e tante altre perle. Musica, immensa, e tante parole, oniriche ma mai casuali, capaci di far riflettere senza predicare, come quando nel finale si lascia andare a un invito a non farsi travolgere dagli aspetti commerciali del Natale.

Lui, che in Expo vede una opportunità di valorizzazione del territorio (“però se lo usi come arma diventale letale) e che tra X-Factor e Sanremo sceglierebbe “di stare a guardarli da casa” senza però trascurare il potenziale nello scovare talenti e promuovere prodotti, alla fine regala sedia e chitarra al piccolo Alessio, che come regalo di complenno riceve l’emozione di accompagnare Davide e la band sulle note di Pulenta e galena fregia.

 

La gente applaude. Applaude forte. Cerca il bis. “Non siete ancora stanchi?”, sorride. Evidentemente no. Ma per questa sera il viaggio tra terra, acqua, aria e fuoco finisce qui. Che magia.

FOTO ANTONIO MANDELLI

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