Toccante incontro con una vittima di Battisti

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Concorezzo. Un incontro di quelli che lasciano il segno, a prescindere dalla carica che ricopri. Il deputato Massimiliano Capitanio (in quota Lega), concorezzese di nascita, ha incontrato Torregiani, una delle vittime di Cesare Battisti. “Questa mattina ho incontrato Alberto Torregiani, vittima dell’odio e della follia ideologica di Cesare Battisti - ha infatti spiegato - E’ stata una piacevole e toccante chiacchierata. Ho avuto modo di lavorare con lui nel 2009 in Provincia di Milano per progetti a sostegno delle persone con disabilità. Il suo impegno rappresenta un valore aggiunto per la nostra società. Sarà un piacere collaborare perché la sua drammatica e coraggiosa testimonianza trovi il giusto spazio anche nei canali Rai (Capitanio è nella commissione di vigilanza) e nel progetto per l'educazione civica obbligatoria nelle scuole al quale sto lavorando da tempo. La sua storia può insegnare molto per non dimenticare uno dei momenti più bui del nostro Paese. E’ imprescindibile educare al rispetto dei diritti, delle idee e della vita”. 

Pierluigi Torregiani venne ucciso con un colpo di pistola alla testa da un commando dei Proletari armati per il comunismo. Il figlio Alberto, allora 15enne, colpito da un proiettile alla spina dorsale, rimase tetraplegico. Battisti venne condannato come ideologo.

Furono condannati come esecutori materiali Giuseppe Memeo (pena cumulativa di 30 anni) e Gabriele Grimaldi, e come concorrente Sebastiano Masala. Per concorso morale, in quanto partecipante alla riunione in cui si decise l'omicidio e quindi come co-ideatore e co-organizzatore vennero condannati Cesare Battisti (13 anni, poi ergastolo in appello per altri omicidi) e altri come Sante Fatone e Luigi Lavazza. Quale mandanti dell'attentato furono riconosciuti i membri del gruppo dirigente dei PAC, tra cui Arrigo Cavallina e Pietro Mutti, che ebbero pene ridotte perché divenuti pentiti: Mutti scontò 8 anni per diversi delitti, Cavallina 12 (dei 22 iniziali), poiché dissociato e poiché venne riconosciuto che lui, assieme a Luigi Bergamin avevano cercato di impedire l'assenso al delitto Torregiani.[12]