Precarietà, manifestazione alla Visiant

Concorezzo, il 10 maggio la CGIL manifesta di fronte alla Visiant Contact
Giornata nazionale di mobilitazione contro la precarietà: in Brianza presidio davanti al call center Visiant Contact, a Concorezzo. 
Anche in Brianza la CGIL scende in piazza contro la precarietà. La CGIL nazionale ha indetto per  giovedì 10 maggio una mobilitazione nazionale con manifestazioni, cortei, presidi e altre iniziative che si
terranno in tutta Italia.
 Protagonisti saranno i giovani e i precari traditi dalle promesse del Governo Monti sulla riforma del lavoro: una legge sbandierata come pensata soprattutto per favorire le nuove generazioni e

che, invece, rischia di penalizzarle ancora di più.
La Camera del Lavoro di Monza e Brianza e NIdiL CGIL Monza e Brianza, in collaborazione con SLC (la categoria che segue il settore delle telecomunicazioni) hanno scelto, come luogo simbolo di questamobilitazione, il call center Visiant Contact di Concorezzo. Lì, dalle 12 alle 15, davanti all’ingresso di via Salvo D’Acquisto, si terrà un presidio, organizzato con la collaborazione delle delegate e dei delegati SLC e NIdiL, rivolto soprattutto ai lavoratori a progetto impegnati nei servizi out-bound.
“Questa non vuole essere un’iniziativa meramente simbolica –spiega Simone Cereda, responsabile NIdiL CGIL Monza e Brianza-, ma un modo per incontrare lavoratrici e lavoratori con i quali solitamente non è
facile entrare in contatto
. Per questo la mobilitazione non si fermerà al presidio di giovedì, ma proseguirà con un’assemblea in Camera del Lavoro, alla quale inviteremo questi collaboratori, che si terrà venerdì 18 maggio, alle ore 17, in Sala Fanzaga”. La mobilitazione del 10 maggio è l’occasione, per NIdiL e per tutta la CGIL, per ribadire le perplessità del sindacato sul disegno di legge Monti-Fornero, che, nonostante tanti annunci, poco o nulla fa per combattere in maniera efficace la precarietà. “Si tratta di una riforma molto deludente da questo punto di vista –continua Cereda-, che, pur segnando un’inversione di tendenza rispetto all’ultimo decennio sul modo in cui viene  affrontata la precarietà, non riesce a incidere in modo significativo sulla giungla di forme contrattuali atipiche  e sulle loro distorsioni. Sui contratti a progetto, in particolare, chiediamo l’introduzione di un livello di reddito

minimo, sotto il quale sia impossibile attivare le collaborazioni, l’aggancio dei compensi ai minimi salariali contrattuali di pari professionalità e l’estensione degli ammortizzatori sociali, sinora, di fatto, limitati al lavoro
dipendente”.