Il patto di stabilità, il condominio Italia e i 9 milioni congelati a Concorezzo

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Concorezzo. Chi ha vissuto in un condominio (ma lo stesso vale nei residence, nei villaggi, nei campeggi, nei luoghi pubblici) lo sa bene: ci sono gli inquilini modello, che fanno anche gli extra per il bene degli altri (piccole manutenzioni, pulizie, arredi e decoro); poi ci sono gli inquilini neutri, non fanno nulla di più ma almeno si attengono al quieto vivere e alle disposizioni dell'amministratore; infine ci sono quelli che pesano su tutti: di solito non pagano le rate, disturbano e sono fonte di disagio e malessere. L'Italia è un grande condominio, con una stupida legge che fa arrabbiare tutti i suoi inquilini: si chiama Patto di stabilità: nato in Europa alla fine degli anni Novanta per mettere in riga in Paesi che pesavano sull'economia della Ue, fu poi esteso con le stesse logiche alle città italiane. Per rimettere i conti a posto, insomma, venne stretta la cinguia indistintamente a tutti i Comuni: poi, all'italiana, chi andava bene non poteva spendere e riceveva dallo Stato sempre meno. Gli inquilini peggiori (http://www.radiortm.it/2013/10/23/patto-di-stabilita-il-comune-di-modica-non-dovra-pagare-la-sanzione-di-oltre-5-milioni-di-euro-e-stata-annullata/) invece hanno continuato a sgarrare e a prendere sempre più soldi... I nostri.
E così si arriva alla situazione di oggi di Concorezzo dove in cassa esiste un vero e proprio tesoretto: 9 milioni di euro pronti da spendere per sistemare le scuole, rimuovere l'amianto, rattoppare le strade, prevenire gli allagamenti, aiutare chi non ce la fa con bollette e affitti. Perché i lavori non si fanno? Per colpa del patto di stabilità. Eppure ogni anno i concorezzesi versano a Roma 53 milioni di Irpef, soldi che tornano dalla capitale sotto forma di briciole: 1,3 milioni di euro di trasferimenti.

Inutile risparmiare ed essere virtuosi: in Lombardia i Comuni hanno 6 dipendenti pubblici ogni 1000 abitanti, in Calabria 8, in Sicilia 10. Come li pagano: con i soldi che da Concorezzo vanno a Roma e poi Roma gira ai Comuni in difficoltà.

Ormai non è più una bandiera politica: l'Anci, l'Associazione nazionale dei Comuni ha detto basta e in Consiglio regionale (http://www.lombardiaquotidiano.it/web/lombardiaquotidiano/archivio-articoli/-/asset_publisher/RQ2f/content/id/377842) tutti, da destr a sinistra, chiedono di stabilire regole regionali: chi sgarra paghi, ma chi è virtuoso non sconti pene non sue.

L'ASSEMBLEA.

Per questo l'Amministrazione comunale ha convocato per questa sera, lunedì 28 ottobre, alle 21, presso la sala di rappresentanza del Comune, una assemblea pubblica d'emergenza. Si spiegheranno i vincoli del patto di stabilità, si racconterà la situazione finanziaria del Comune e si illustreranno le richieste fatte a Roma per uscire da questa palude.
Tutta la cittadinanza è invitata.

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