Concorezzo.org regala a Teruzzi la prima del Corriere

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Concorezzo. Di certo non gli porteremo in dote la sua agognata via. Ma i suoi cinque minuti di fama nazionale Edoardo Teruzzi li deve a Concorezzo.org. È stato il nostro giornale, premiato quest'anno con la Gugia dòra per i 15 anni di attività, a scovare in un negozio del centro la singolare petizione con cui il longevo ex consigliere vorrebbe richiedere per se stesso  l'intitolazione di una via. Notizia talmente strampalata e succulenta quella che abbiamo dato in esclusiva, che in pochi giorni è stata rilanciata da stampa locale, Foglio.e Corriere. Questa mattina il coronamento. Sulla prima pagina del Corriere, il corsivista Gramellini gli dedica il suo caffè. 

IL CAFFÈ

Via Me
 
di Massimo Gramellini

C’è una tenera storia di narcisismo che vorrei sottoporre alla vostra attenzione. Quella di un uomo di ottant’anni che sta raccogliendo firme per intitolare una strada a sé stesso. Lui si chiama Edoardo Teruzzi e vive a Concorezzo, provincia di Monza, dove possiede una scuola guida. Al termine di una fulgida carriera politica, che lo ha visto indossare le cariche di consigliere comunale, assessore e vicesindaco, nel giugno scorso ha raggiunto l’apoteosi con la nomina a cavaliere della Repubblica. Ma le gioie immense si portano sempre dietro una scia d’ansia, e la sua riguarda il timore di finire nell’ufficio dei ricordi smarriti. Non è solo megalomania, altrimenti il cavalier Teruzzi allestirebbe dirette quotidiane su Facebook mentre mangia pasta al ragù. Semmai è il bisogno insopprimibile di sapere che un giorno le coppiette di Concorezzo si baceranno sulla panchina di via Edoardo Teruzzi, o che le persone e i piccioni si daranno appuntamento in piazza Edoardo Teruzzi, sotto e sopra il monumento equestre a lui dedicato.

Per finire negli stradari non basta esserne degni. Bisogna essere morti. Ma l’uomo che vuole venire ricordato dagli altri uomini li conosce talmente bene da non fidarsi della loro memoria e tantomeno della loro riconoscenza. Perciò preferisce portarsi avanti con le firme finché è vivo. Anche perché, sostiene, «avendo lavorato a lungo in Comune, conosco i tempi della burocrazia» e già solo per questa battuta meriterebbe almeno un controviale.